Pagina:Leonardo prosatore.djvu/321

Da Wikisource.

317


Oh maraviglia delle umane spezie! Qual frenesia t’ha sì condotto? Parlerai cogli animali di qualunque spezie e quelli con teco in linguaggio umano. Vedratti cadere di grandi alture sanza tuo danno. I torrenti t’accompagneranno.


De’ zappatori.

Molti fien quegli che, scorticando la madre, le arrovescieranno la sua pelle addosso — i lavoratori della terra.


De la bocca dell’omo ch’è sepoltura.

Uscirà gran romori de le sepolture de quelli che so’ finiti di cattiva e violente morte.



L’ore annumerate.

Io dirò una parola o due o dieci o più, come a me piace, e voglio in quel tempo che più di mille persone in quel medesimo tempo dichino quella medesima, cioè che immediate dichino quello che me, e non vedranno me, nè sentiranno quello che io mi dica.

Queste fieno l’ore da te annumerate, che quando tu dirai una, tutti quelli, che come te annumerano l’ore, dicano il medesimo numero che tu in quel medesimo tempo.