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frutto dell’ambiente pittorico in cui era cresciuto, e natural portato d’un ingegno tendente prima all’analisi che alla sintesi — come la risultante d’un’infinità di particolari tutti precisi e tutti vivi.

Arte che ha la rapidità e mobilità quasi tormentosa d’imagini che è propria dell’arte cinematografica... arte modernissima, insomma.

Non descrive mai indirettamente, ossia per mezzo dell’impressione, della commozione suscitata, lasciando che l’effetto ci faccia supporre più gigantesca e terribile la causa (ricordate l’asta di lunga ombra d’Omero?), ma la cosa gli sta davanti con una lucidità quasi allucinatoria, finchè Egli non l’abbia colta come si coglie un frutto che, spremuto, si getta via per spiccarne un altro e un altro e un altro. Avidità maravigliosa!

Nelle descrizioni e negli schizzi Egli ottiene lo stesso effetto d’arte: procede con rapidità e accuratezza insieme, con un disegno sicuro e nitidissimo, fidando nell’infallibile suo occhio, nella sua straordinaria potenza rappresentativa per sorprendere cose e uomini nell’atto che svela il secreto della loro vita.

Più vario e potente — diciamolo senza timore d’ingiustizia e d’irriverenza — con la matita che con la parola, Egli crea non per la nostra gioia, ma per il suo istintivo piacere, tutto un mondo di bellezza, che gli uomini avari a se stessi custodiscono ben chiuso in molti musei e biblioteche sparsi per il mondo. La maggior parte dei fogli preziosi è là, nella grigia Inghilterra, e attende d’essere rivelata al gran pubblico, poi che la scienza ci per-