Pagina:Leone Duodecimo e Pio Ottavo (Baraldi).djvu/26

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narrando la Chiesa, e lo incide non in marmi o bronzi manchevoli, ma nel libro della vita il custode e vindice della Chiesa stessa, l’Arcangelo S. Michele, suggellandone l’elogio con quel sacro testo sì letteralmente rinnovatosi in Leone XII. consummatus in brevi explevit tempora multa1.

Vola intanto per tutte le cattoliche Chiese il ferale annunzio di una tal morte: i sacri e mesti canti di suf-


    Romanis in Sicilia bellatum: cogitemus oppressum Spartacum: cogitemus piratas a Pompeio totis maribus exactos: cogitemus hos ipsos praedones volscos a Sixto V. ex his silvis olim montibusque fugatos: decus tamen tuum, gaudium nostrum nulli fere secundum est, dignumque facinus, quod fasti memores celebre extendant. „ (Scriptorum Veterum nova collectio e vaticanis codicibus edita ab Angelo Majo. T. II. Romae 1827 in 4.° Typis Vaticanis). Questa preziosa raccolta conta sinora tre grossi volumi in 4.°: il primo è stampato nel 1825: il 2.° nel 1827: il 3.° nel 1828. Avvi pure una seconda raccolta Classicorum auctorum e vaticanis codicibus editorum curante Angelo Majo Romae 1828 Typis Vaticanis 2. v. in 8.° E questa pure è dedicata a Leone XII. E qui si noti come il Maj protesta che di questi suoi studj il Pontefice stesso fundatorem, parentem, ducem, legislatoremque se fecit e come sovente lo esortasse alle illustrazioni sì preziose dei codici: e a questo deciso favore per le scienze alludeva con felice epigrafe Luigi Grisostomo Ferrucci pel Ginnasio di Pesaro, dicendo che per benefìcio di lui disciplinae omnes casto foedere sociatae ad incrementum Religionis sanctissimae floruere e a lui con fraterno valore concordavasi Michele Ferrucci scrivendo per la Bolognese Università altra epigrafe, e ripetendo: cujus providentia decretisque disciplinae omnes pristino decori restitutae efflorescunt vigent.

  1. Si servì opportunamente di questo elogio dallo Spirito Santo applicato al giusto innocente, di cui compiacendosi oltremodo Iddio affrettasi di trarlo di mezzo a un mondo reo, nè degno di possederlo (Sap. c. iv. v. 13-14) il Canonico D. Antonio Fava Uditore della Nunziatura Apostolica a Napoli in una splendida ed eloquente orazion funebre recitata in quella R. Chiesa di S. Chiara pe’ solenni Funerali alla memoria di Leon XII. celebrati da Monsignor Luigi Amat Arcivescovo di Nicea e Nunzio Apostolico alla Corte di Napoli. L’abbiamo letta con piacere e ci siamo prevalsi d’alcune notizie, e di parecchi sentimenti. Altra pure nella medesima città publicata, e dal Sacerdote Gennaro de Rosa de’ Marchesi di Villarosa recitata nella Compagnia della Disciplina della S. Croce si è da noi letta, e trovata felice e affettuosa. Anche da questa professiamo d’aver tratte parecchie cose per la presente notizia.