Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/121

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ercole favola di prodico 113

Ora se tu mi vorrai per amica, io ti guiderò alla piú dilettevole e piú agiata via che si trovi al mondo, e siccome non rimarrá indietro piacere alcuno che tu non provi, cosí non ti converrá patire niuna amaritudine e niuna molestia. Imperciocché in primo luogo tu non t’impaccerai di pensieri di guerre né di negozi, ma solamente di cercare cibi e bevande che ti gradiscano; cose che a vedere o udire, a odorare o a toccare, ti porgano sollazzo e diletto; fanciulli e fanciulle che a goderle ti riescano deliziose sopra tutte le altre; comoditá di dormire piú mollemente che si possa; e il modo di avere tutte queste cose colla piú picciola fatica del mondo. E se alcuna volta per avventura nascesse ombra di scarsezza e difficoltá di trovare queste tali cose, non temere ch’io ti conduca a procacciarle con fatiche e travagli del corpo e dell’animo, ma tu ti servirai di quello che sará fatto e procacciato dagli altri, non perdonando a cosa veruna dalla quale ti possa pervenire alcuna utilitá; perocché io porgo questa licenza ai familiari miei di potersi liberamente giovare di che che sia’.

Le quali parole udite, Ercole domandò alla donna: ‘o donna, come ti chiami tu per nome?’ — E quella rispose: ‘gli amici miei mi dicono Beatitudine, ma quelli che mi odiano, per maldicenza mi chiamano Ignavia’.

In questo l’altra femmina soppraggiunse e disse: ‘Ancora io vengo qua o Ercole, perciocché io conosco bene i tuoi genitori e ho posto mente alla tua indole nel tempo che tu sei stato educato, e per la notizia che ho dell’una e degli altri spero che se tu ti dirizzerai per la mia strada, diverrai un eccellente operatore di fatti degni e onorati, e io ne sarò anche in assai maggior pregio che per l’addietro, e per buoni effetti assai piú chiara e famosa. Io non istarò qui con preamboli lusinghieri a ingannarti, ma ti dichiarerò l’essere delle cose con veritá, cosí come egli è stato constituito dagl’immortali. Tu dèi sapere che non è al mondo cosa veramente buona né bella la quale gli dèi consentano agli uomini di ottenere senza fatica e industria; ma se tu vuoi che gli stessi dèi ti sieno propizi, egli ti bisogna aver cura di onorare gli dèi; e se tu