Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/325

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mente per esempio, non perch’io ne faccia gran caso; però tal qual è lo lascio stare senz’altre parole, e mi basterá che serva a dichiarare le cose dette di sopra; dalle quali io voglio inferire in ultimo, che la secchezza attribuita alla «forma» dello stile frontoniano può essere che in vece s’aspetti alla materia, cioè alle parole. Imperocché quanta austeritá soglia derivare al discorso dalle parole e dai modi o antichi o disusati o singolari, se io mi mettessi a dimostrarlo accuratamente, farei sembianza d’avere dimenticato che scrivo a voi: si che, tralasciando i molti esempi che si potrebbero con poca o nessuna fatica raccogliere dalla nostra lingua, sarò contento di uno solo, fatto, si può dire, a posta per questo luogo, essendo preso da un autore del quale il nostro Mai pubblicò numerosi e splendidi avanzi non molto dopo il Frontone, e in proposito di cui mandaste fuori voi medesimo un libro, non fa per anche un anno, e io quindi a poco vi scrissi distesamente: e questi è Dionigi d’Alicarnasso il quale, come vago che fu di voci e maniere insolite, fu giudicato da Fozio che avesse dell’aspro: ora quest’asprezza è vicinissima e compagna della secchezza; ma bisogna che intendiate non la secchezza intrinseca dello stile, propria degli attici, della quale s’è detto piú sopra, ma la secchezza estrinseca, cioè delle parole, giacché adesso non ragioniamo d’altro che di parole. Ed è curioso a notare che le due primarie scoperte del Mai sono state di due scrittori in ciascheduno dei quali è osservabile l’aver voluto non solamente per molti pregi, ma oltracciò per molte stranezze grammaticali essere osservati: ma in questo io crederei che Frontone, se si può dire vittorioso chi .soprabbonda dove piú tosto è vittoria lo scarseggiare, vincesse Dionigi di non poco; tuttavia non l’affermo, perché ci vorrebbe molto piú pratica dello stile di Dionigi che non ho io. Tacerò di quei vocaboli trovati in Frontone che per l’addietro non si conoscevano; parecchi ne segnò il Mai da principio; altri dopo, in fondo alle giunte e correzioni; altri ne restano da segnare, e gl’indicherò piú avanti. Della stranezza dei quali basta dire che non si trovano in nessun libro né scrittarello né frammento latino, in nessuna parte salva del Lazio, che si sappia. Lascerò questo, che pure è molto: e come no? tante parole sconosciute in due volumi che comodissimamente si ristringerebbero in uno, e dove non si tratta di cosa che in genere non sia conosciutissima e usuale! Ma di voci, se bene giá le avevamo ne’dizionari, nondimeno al tempo di Frontone antichissime o fuor d’uso, di costruzioni,