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DISSERTAZIONI MORALI tà pratiche di tal sorta poteano, anzi doveano, giusta il pensar di uno scrittore togliere eziandìo i principj speculativi, mentre questi non da altro vengon dimostrati, che dal lume naturale non altrimenti, che i principj pratici, e per tal modo togliendo i principj reso avrebbono affatto inutile ogni discorso, ed ogni argomento ugualmente, che il loro. Suole qui opporsi, che se si dassero queste azioni la cui onestà non ha bisogno di esser di¬ mostrata, ma bastantemente per se medesima si manifesta cia¬ scuna nazione le avrìa tenute per oneste, e similmente per di¬ soneste avrìa tenute quelle azioni, la di cui (211 disonestà è per se medesima palese ad ognuno, il che non sussistendo sussister non potranno quei principj pratici, di cui parliamo. Noi rispon¬ diamo, che essendovi infinite dissensioni intorno ai dogmi del- l’altre scienze nulla impedisce anzi è assai naturale, che queste sussistano eziandìo circa i dogmi della Moral Filosofìa, e che tra le diverse opinioni concernenti questi medesimi dogmi al¬ cuna da un legislatore venga abbracciata venendo rifiutata da un altro. Nè a noi giammai cadde in pensiero di affermare, che i dogmi della Moral Filosofìa soggetti esser non possono ad al¬ cuna obbjezione ma bensì, che astraendo da alcune regole del¬ l’onesto, che diversamente vengono da’ diversi Filosofi inter¬ pretate, tutti i principj pratici non contengono se non ciò, la di cui onestà non ha mestieri di esser dimostrata. Egli è diffatto evidente, che la parola data è da mantenersi, che debbonsi soc¬ correr gli amici, che la virtù è da praticarsi, che deesi fuggire il vizio, che l’uomo ozioso è inutile alla società, che l’uomo dee ricercare il bene de’ suoi simili non meno, che quello di se [221 250