Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/58

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DISSERTAZIONI METAFISICHE


vocavit Adam animae viventis ipsum est nomen ejus». Se dunque si ammetta, che le bestie sieno animate sembra assai consentaneo alla retta ragione il proposto sistema poiché ciò, che tuttogiorno nei bruti ammiriamo chiaramente cel dimostra. Ed infatti chi mai nel vedere il cotanto industrioso governo dell’api, la costruzione delle loro cellette, l’amore verso i proprj parti, l’ingegno nel succhiar dai fiori il mele, e nel fabbricarlo, il rispetto, che tuttora portano al loro Re, chiaramente non comprende, che le bestie sono dotate di un qualche barlume di ragione? So, che mi potrà essere opposto, che tutto ciò avviene per un naturale istinto richiedendomi con le parole del celeberrimo Pope nel Saggio sopra l’uomo «Chi si è incaricato d’insegnare agli abitanti dell’acque e delle foreste a scegliere i loro alimenti, e ad evitare i veleni? Chi gli ha istruiti a fabbricare sopra i flutti, o a formar delle volte sotto la sabbia per resistere alle marèe, o alle tempeste, da cui eglino sarebbono minacciati? Chi ha mostrato al ragno l’arte di tirar senza regola e con maggior giustezza di Moivre (Matematico, e Algebrista Inglese) delle parallele sì esatte? alle cicogne il modo di scoprire come Colombo dei cieli stranieri, e delle terre sconosciute? Chi riunisce questo popolo di ucelli? Chi presiede al consiglio dove si determina il giorno, e l’ora della partenza? Chi forma la falange? Chi gli mostra il cammino?» Io rispondo, che se si vuole ammetter la natura come regolatrice, ed autrice di queste azioni ciò non sarà, che in quella che riguarda la conservazione dei bruti, onde nelle altre loro azioni è necessario un qualche raziocinio, ed un barlume di ragione.

Non trovo poi alcuna difficoltà, che impedir possa di ammettere una imperfetta libertà nei bruti poiché chi mai potrà negare, che un augello sia libero di alzare o no il suo volo, e di