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DISSERTAZIONI SOPRA L’ANIMA DELLE BESTIE

seguire in ciò gl’impulsi della propria volontà? Questo stesso è agli uomini insegnato dalla natura medesima poiché ciascuno evidentemente comprende non esservi alcuna intrinseca forza, che costringa un cavallo a correre, o un agnello a belare. Ed infatti «Vediamo ogni giorno, al dir del Sig.r Collins, gli esempj dell’utilità de’ gastighi in riguardo di qualche essere intelligente, e sensibile... Si gastigano quotidianamente con frutto i cani, i cavalli, egli altri animali». Che se mi si opponesse esservi ne’ bruti un’intrinseca forza, che li costringe e ciò provarsi da varj esempj poiché spinto da essa trema l’Elefante alla vista di un topo, e irresistibilmente è costretto il lupo a fuggire dal fuoco, ed il gatto a fremere contro del cane; io risponderei, che se l’uomo è soggetto a simili pregiudizj così che la sola vista di un lampo, o lo sparo di un cannone può far talvolta innorridire i più savj sebbene nulla da essi siavi a temere; molto più devono essere a tali pregiudizj soggette le bestie, che quella ragione non hanno, di cui gli uomini sono dotati, e che se simili puerilità non tolgono la libertà nell’uomo molto meno la tolgono nei bruti. Nè mi si dica, che un naturale istinto costringe gli animali ad operare, poiché se pur si deve ammettere cotesto istinto, il che è, per mio avviso, il medesimo, che ciò, che appellasi caso, egli è chiaro, che la natura non farà per mezzo di esso, che istruir l’animale nelle differenti azioni, che riguardano la di lui conservazione, ma il medesimo non verrà in modo alcuno costretto ad operare a seconda di questo istinto. Un fanciullo, a cagion d’esempio accarezza con predilezione i proprj genitori sebbene ignori di essere stato da questi generato; dovrà forse dirsi per ciò, che egli