Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/107

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74 EPISTOLARIO dunque lo preghiore fatte nella mia ultima, e lo ripeto con fervidissima istanza; che pensi di acquistar vigore al corpo, senza il qual vigore non si può gran viaggio fare negli studi: pensi a procurarsi robustezza e giocondità di spiriti, e prontezza di umori, cogli esercizi corporali e coi divertimenti, È da filosofo non amar la vita e non temere la morte più del giusto: ma fissarsi nel pensier continuo della morte cotanto spazio quanto no vuole il componimento di quella cantica, non mi par cosa da giovinetto di dieciotto anni, al quale la natura consente di viverne bene ancora sessanta, e l’ingegno promette di empierli di studii gloriosi. Pensi dunque, io la supplico, a rallegrarsi e invigorirsi: o invece di allettare i pensieri malinconici, li sfugga. L’indole malinconica in atto di allegria ò quel temperamento d’ingegno elio può produrre le bello cose: ma l’attuale malinconia è un veleno, elio più o meno distrugge la possa della mente. Io poi non sono giudico di poesie, so non come quel ciabattino giudicava le pitture. Nondimeno come imo del popolo dirolle, che quest«, cantica non mi pare cortamente da bruciar/’; o né anche però la stamporei cosi subito. Credo che VS. rileggendola dopo alquanti mesi vi troverà forso molti segni di felicissimo ingegno; e forse ancora qualche lunghezza, qualche durezza, qualche oscurità. Il far conoscere quanto ella sia grande straordinariamente di dieciott’anni lo ha già conseguito, e già tutti lo sanno. Ora ella può protendere di non metter fuora se non lavori che non abbisognino non dico di scusarsi ma neppure di lodarsi per la poca età. lilla cosi presto è giunta a poter intendere od amaro e volere la perfezione; e per pochissimo ch’ella si prenda di tempo VS. l’avrà posseduta. VS. è già a tal segno elio parlando con loi dell’arte si può ontraro nelle minuzie, senza darle noia, o perder tompo. E forse cominciando olla a rileggere la sua Cantica, incomincerà a considerare sin dal primo verso, o non contentarsi il suo orecchio di quel la la che nasce dal la lampa: e meno soddisfarsi di aver detto «lira morta la lampa in occidente» per dire — Era caduto il sole in occidente: — perché i principii sopra tutto convieno elio siano limpidissimi e lucidi, o perciò espressi colla massima proprietà: o so forse in altro luogo poteva comportarsi lampa por sole, parrai le che meno convenisse nel principio, che l’uom non sa ancora di che si parla, e però bisogna parlargli chiarissimo: o il cominciamento, oltre la massima evidenza, debb’anche avero nel semplico la possibile nobiltà: e perché lampa impiccolisco molto il concetto del sole, pare che al concetto scomi tanto di apparento nobiltà quanto di vera grandezza. Seguitando VS. a rileggere il suo ]>ooma con queste minute considerazioni, troverà molti versi bellissimi, o assai cose che lo compiacciano; e forse alcune che voglia mutare, e qualcuna cancellare. E forso troverà elio io stiticninente o falsamente ho considerato questo primo verso (perché non sono intelligente di poesia), o per non moltiplicare in errori mi taccio: bastandomi aver dato saggio che non taccio perché creda insincera la modestia di VS., e il suo desiderio di udir libere j>arole.i Ella senza dubbio conoscorà il nomo del I’. Cesari di Vorona, tanto benemorito della nostra lingua. Questo valentissimo uomo ò mio particolare amico. A mia istanza egli s’induce (comr> già ristampò le preziosissimo Vile de’ Santi Padri) a ristampare un aureo o raro libretto 1 So i saggi consigli del Giordani circa la cura della saluto non furon troppo seguiti da G., i rilievi sulla Cantica furono da questo trovati giusti, e influirono porché G. non pensasse più alla pubblicazione del i>ooinetto, se non n?lla piccola parto che conio frammento lirico foco ontraro fra i Canti.