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ANNO 1517 - LETTERE 16-48

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«stesso l’abbiamo avvisato che presso di noi esiste l’altro pacco che «abbiamo trovato inserto nella spediz.e dell’8 marzo >>.1

I Dialoghi dell’Eliso l’anno da molto tempo tregua, né pare siano per ricomparire. L’impresa della traduzione di tutti i Poeti Classici greci continua ma con una edizione in -8° invece di quella in-4°. Ora si pubblicherà il 1° volume, ossia fascicolo, che conterrà Teocrito.

Il Ms. annunziatomi nella di Lei Lettera 21 marzo 2 lo ritirai dalla posta e tosto lo consegnai al Sig. Profess.e Giordani, il quale Io ha letto e me l’ha ritornato, e sta qui a sua disposizione.

Pregola dei miei ossequi al veneratiss.o Sig. Conte Genitore, ed ai Sig. Contini Fratelli, ed Ella mi abbia sempre quale mi pregio esserle dev.o obb.o servitore vero A. F. S.

48.

A Pietro Giordani. - Milano.3

Recanati 30 4 Aprile 1817.

Oh quante volte, carissimo e desideratissimo signor Giordani mio, ho supplicato il cielo che mi facesse trovare un uomo di cuore d’ingegno e di dottrina straordinario, il quale trovato potessi pregare che si degnasse di concedermi l’amicizia sua! E in verità credeva che non sarei stato esaudito, perché queste tre cose, tanto rare a trovarsi ciascuna da sé, appena stimava possibile che fossero tutte insieme. Oh sia benedetto Iddio (e con pieno spargimento di cuore lo dico) che mi ha conceduto quello che domandava, e fatto conoscere l'error mio! E però sia stretta, la prego, fin da ora tra noi interissima confidenza, rispettosa per altro in me come si conviene a minore, e liberissima, in Lèi. Ella mi raccomanda la temperanza nello studio con tanto calore e come cosa che le prema tanto, che io vorrei poterle mostrare il cuor mio perché vedesse gli affetti che v’ha destati la lettura delle sue parole; i quali, se il cuore non muta forma e materia, non periranno mai, certo non mai. E per rispondere come posso a tanta amorevolezza, dirolle che veramente la mia complessione non è debole ma debolissima, e non istarò a negarle che ella si sia un po’ risentita delle fatiche che le ho fatto portare per sei anni. Ora però le ho moderate assaissimo; non istudio più di sei ore il giorno, spessissimo meno; non iscrivo quasi niente; fo la mia lettura regolata dei Classici delle tre lingue in volumi di

  1. Quest’altro pacco ò il n. 10, contenente il Ciampi, annunziato a O. come inviatogli per la posta ai 6 di marzo (v. lett. 31), e inserito poi invece nella spedizione di Marsoner e Grandi dell’8 marzo.
  2. Quello della Cantica: v. lett. 37, p. 66, e nota 1.
  3. Dalla copia di Carlo, con correzioni dell’autore, in casa Leopardi (le ultime 2 pagine sono di mano di Paolina). — Risponde a lett. 44.
  4. Come appare dalla copia, la data che prima era segnata dei 25, fu poi cambiata da G. in 30.