Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/122

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ANNO 1817 - LETTERE 48-49 89 49. Al conte Francesco Cassi. - Pesaro} Recanati 5 Maggio 1817. Amico e Cugino carissimo. Tengo 2 ben volentieri l’invito che mi fate 3 di lasciar da parte le cerimonie parlando con voi, e però non vi domando scusa dell’errore che ho preso con un giudizio troppo precipitato, non però calunnioso, come voi dite scambiando un poco i vocaboli, perché oltreché il dir male di me non sarebbe stato pur peccato veniale, lo scherzare cosi urbanamente come si iacea in quell’articolo, e con cosi poche parole, e sopra cosa da nulla, non potea fare che persona del mondo se ne offendesse.4 Vi esporrò sinceramente le cagioni deH’error mio. Primieramente io non mi potea figurare che lo Spettatore non si trovasse, né anco fosse noto in città bella e colta come la vostra, essendo noto per tutta Italia da To’rino a Napoli. L’articolo poi che v’ho citato (come pure un altro sulla stessa materia) era sottoscritto colle iniziali F. C., che sono anche le vostre. Ma questo argomento è nulla a petto a quello che 10 cavava da un altro articolo stampato nello stesso Giornale, in cui si dicea molto bene del Prigioniero Apostolico del vostro conte Perticali, e che appiedi avta appunto l’F. C. Vedete quale è stato 11 fondamento della mia falsa congettura, la quale non crediate che sia stata d’altri che di me, perché qui si parla sempre di miseria e poi di miseria, e di letteratura, pensate voi. Vi ripeto però che non ve ne domando scusa, perché poi anch’io, e con più ragione di voi, me ne chiamo contento, avendomi data occasione di scrivervi la prima volta.6 Salutatemi, se vi piace, la vostra rispettabile famiglia, alla quale avrò caro che mi facciate conoscere di nome prima che di vista (se pure sarà mai che mi tocchi il bene di questa seconda conoscenza), e risalutatemi il conto Perticari, al quale dite che non m’arrischio di scrivergli il primo, ma che se egli non ¡sdegnasse di farlo, io corrisponderei a poter mio, certo con molto e sincero affetto. E se fate qualche nuovo viaggio per l’insti di Parnaso, lasciandovi sotto le radici, alle quali 6 mi vor1 Dalla copio di Carlo, con correzioni di Giacomo, in casa Leopardi. 2 Nella copio ero «Accetto >-. 3 Lo lettera relativa del Cassi monco. 4 Nello copia era «se ne chiamasse offesa» 5 Per quanto qui G. s’ingegni, con lo sua solito abilità dialettico, di scogionarsi dell’ingiusto sospetto verso il cugino, è fuor di dubbio che quel sospetto era stato «troppo precipitato», come G. è costretto a confessare in principio dello presente. Nella lett.. 46, pure ammettendo lo possibilità d’ingannarsi, si mostrava troppo sicuro d’essersi apposto. ^ 6 Nella copia ero prima scritto: «all’insti di Parnaso, alle radici del quale».