Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/212

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ANNO 1818 • LETTERE 115-118 177 bracciarvi: sul fine di questo sarò ili Bologna: lii scrivetemi, su vi piace; «fate raccomandare Ja lettera al £«/. Avvocalo Pietro Brighenli. i >,on so esprimervi con quale e quanto animo desidero di vedervi e di potervi fare contento della mia visita. Certo sareste di tutti i mortali felicissimo, se il vostro bene potesse esser opera mia. Caro Giacomino; crediate che di cuor vi amo grandissimamonte. Ricordatemi servitore al signor Padre, e al fratello; e voi vogliatemi bene, poiché tanto vi amo. Addio caro Giacomino; addio, addio. jf 118. Di Giambattista Sonzoono.2 Milano li 18 di Luglio 1818. Sig.r Conte Ven.mo. Dal Manifesto, che ho l’onore di qui unirle. Ella, Sig. Conte ven.mo, vedrà essere io per dare esecuzione ad una bella impresa, che da alcun tempo desideravasi dal pubblico Italiano, quella della Collana degli antichi Storici Greci volgarizzati. Ma nell’intraprendere la stampa di questa Collana io non mi sono proposto soltanto di faro il bene, che non fecero quelli che mi hanno preceduto, ma di rendere inoltro la mia Edizione più che per me si potesse degna dell’approvazione delle colte e discrete persone. E con tale intendimento mi sono rivolto ad alcuni valentuomini, eruditi nella greca letteratura, onde avere da essi e consiglio ed aiuto in una si vasta mole di oggetti. Ella fra quelli che si distinguono nella cognizione di greci autori, e in ogni parte di buon gusto, tiene un assai distinto luogo; ed a giusta ragione ha qui come altrove sinceri ammiratori.3 A lei adunque con singolare fiducia mi dirigo por avere il favor suo, e per ornare la mia edizione ilei giustamente commendato suo nome. E ciò con tanto più coraggio, quanto non solo mi è nota la naturale sua gentilezza, ma vengo assicuralo,* ch’Ella abbia no’ suoi studi materia atta ad enfiare nel piano dell’Opera propostami, sia essa di emendazione, o d’illustrazione di Greci Storici, sia traduzione o nuova, scritta da lei, o vecchia da lei corretta e migliorata. Dovendomi per ogni giusto riguardo astenere da tutto ciò che in proposito potesse precisare incomodamente la cosa, preferisco di lasciare a lei liberissima l’indicazione di tutto ciò che più le convenga, riserbandomi di discendere a concertare d’accordo con lei (pianto Ella per avventura credesse opportuno dopo questa mia esposizione, sulla sincerità della quale due sole cose ini prendo la libertà di significarle. La prima è, che procurerò in ogni maniera eli’ Ella, nel caso, resti soddisfatta della min riconoscenza, se non quanto sia per doverle, almeno quanto per me e per le circostanze mie si possa: del che sono corto che miglior giudice non potrei avere della discretezza di lei medesima. Ed è la seconda, che nulla mi ha sturbato dalla mia impresa un Manifesto ultimamente uscito di Venezia, col quale si promette una Edizione dello stesso argomento; ma che per ogni buona ragione finirà come molti altri Manifesti della stessa Ditta. Imperocché quantunque sia un bel nome quello con cui si è voluto dar credito alla impresa in

  • È questa la prima volta ohe G. senti nominare il Urighenti.

2 Dall’autografo, nella Nazionale di Napoli. 3 Ecco un’altra prova della stima che G. godeva fin d’allora in Milano, specie come valente conoscitore di greco. 4 Forse dallo Stella; o dal Mai, o dal Giordani. 12. — Leopardi. Epistolario. I.