Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/251

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21(3 EPISTOLARIO d’averei lasciato studiare,1 dicono formalmente in presenza nostra che hanno conosciuto i danni del sapere, al nostro fratello minore danno appostatamente e palesemente educazione e genio e strumenti da falegname,2 e i nostri desiderii paiono stravaganze, e voglie pazze e intollerabili, a chi? non parlo degli altri che sono vissuti e vivono essi come vorrebbero che vivessimo noi,3 dico a quel nostro zio che eli dodici anni andò paggio alla Corte tli Baviera, tornato di diciotto visse per lo più in Roma finattanto che deputato dalla provincia a Napoleone e proposto pei- senatore, fatto cavaliere poi barone poi ciamberlano, andò due volte a Parigi e alla corte, ora ha stabilito il suo domicilio in Roma, trasferitaci tutta la sua famiglia, e persuasi a trasferircisi tutti i suoi fratelli e tutta la famiglia di una sorella assai meno comoda della nostra, ed ha avuto la sfacciataggine di dirmi più volte spontaneamente che sapeva di non potere educar bene i suoi figli se non fuori di qui, e poi scrivermi una lunga lettera per provai mi che io la fo da ignorante e da stolto pensando solamente d’uscire di Recanati.’1 Il progetto della milizia torinese è appunto quello che Carlo da un pezzo stima il solo che faccia per lui, ed ha intenzione di manifestarlo quando con un rifiuto virile e pertinace avrà certificato suo padre ancora tacente e persuaso di poterlo con una parola rimuovere dal suo proposito, che in tutti i modi gli bisogna abbandonare qualunque speranza fondata sul sacrifizio della libertà e della felicità di suo figlio.5 Mia sorella vi risaluta, e, poiché me lo domandate, ha nome Paolina.® Quanto al maritarla in paese lontano, credo che non faranno difficoltà nessuna; e parimente non istaranno gran fatto sul punto della nobiltà, come né anche lo trascureranno del tutto; ma trattandosi di femmina ch’esce di casa, si contenteranno di una civiltà competente; laddove se qualcuna ci dovesse entrare, sarebbero scrupolosissimi. T)i dote non credo che facciano conto di darle più che un 7 quaranta mila lire, ma queste fanno pensiero di pigliarle 1 Questa mi pare un’ingiusta esagerazione, contraddetta manifestamente dalle parole e dai fatti, almeno nei riguardi del padre. - Intende di Luigi, che non portato agli studi, aveva invece inclinazione alle arti meccaniche; onde il padre lo secondò in esse. 3 Nella copia era: «appresso a poco in quel modo che ci vorrebbero far vivere». 4 Ecco il primo frutto della lettera, elaborata senza troppa convinzione da C. Antici (n. 143, p. 206, nota 1). 5 Allude al disegno del padre di ammogliare Carlo, a contraggenio di lui (cfr. lett. 144, p. 209, nota 3). 6 Vedi lett. 144, paragrafo 1°. 1 Nella copia era «intorno a». Veramente il pensiero di Adelaide era di darle molto di meno, anche pigliando la somma dalla dote dell’ipotetica moglie di Carlo.