Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/252

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ANNO 1811) - LETTERE 1J9-151 2)7 dalla dote della sposa di Carlo, la quale come sarà ita in fumo, non so in che modo limedieranno. Certo però che venendovi alle mani qualche bnona occasione, non ci fareste altro che gran favore avvisandoci, che noi vedremmo pure di cavarne qualche costrutto. Addio, carissimo. Se ci volete bene, scriveteci spesso, e quando non crediate di potervi trattenere con noi quanto nell’ultima vostra, fate come vi piace, ohé ci soddisferemo anche del poco. V’amano e vi abbracciano e vi salutano i due vostri amicissimi. Addio, addio. 150. Di Pietro Giordani. Piacenza l’ultimo di Gennaio [1819]. Son pieno di brighe, di liti, di malinconie. Scriverò dunque breve e noioso; ma certo riscriverò alla carissima dei 18 del mio Giacomino.* Or vedete ostinatissima perfidia di poste! ricevo la lettera: ma la stampa dov’è? Oh che diamine di congiura è questa, che quei poveri versi mai in nessuna maniera, sotto ninna forma, m’abbiano da poter arrivale? 2 Abbiate pazienza di mandarmene un’altra copia stampata, e mandatela sotto /ascia (per minore spesa mia e vostra), sicché appaia che sono stampe: ed ost inatovi a mandare sinché una di cento o ducento ne giunga; eil abbiate anche pazienza di mandarle emendato di pugno; acciò gli errori mai non mi togUessero I’ intendere. 3 Mi farete cosa gratissima se mi scriverete distesamente sulla prosa italiana: pigliatevi volentieri questa fatica, non tanto per farne piacere a me, quanto per distrarre voi stesso da più molesti pensieri. Scrissi al Mai, già è un pezzo: mi rispose degnissimamente di voi; ma di non aver adito a potersi interporre con qualche cflìcacia. 4 Scrivo a Borghesi e Perticari, che una volta erano cosa del Mauri. Se non altro si romperà la nebbia che si frappone fra tanta luce vostra e gli occhi altrui. Il non volere di chi potrebbe è certamente cosa ben dolorosa. Durimi: sed paticntia fit levilis quidquid corrigere est nejas.h Salutatemi caramente Paolina: abbracciatevi per me cordialmente con Carlino: ditemi che studi fate intanto e voi ed egli. Ricordatemi servitore a papà e alla mamma; e vogliate sempre bene al vostro amicissimo, che vi ama fortissimamente. Addio, carissime e adorabili anime: addio. Ufi. Dello stesso. Piacenza 3 Febbraio [1819]. ilio carissimo Giacomino. L’altro di risposi all’ultima vostra 18 gennaio.# Stamane mi arrivano i tanto sospirati versi.1? Ve ne avviso su1 È la precedente. 2 È strano che il Giordani, pur non conoscendo ancora il contenuto delle due Canzoni, non avosse sospettato qualche eventuale tiro della Polizia. 3 Solo in uno o due luoghi gli errori oscuravano il senso. 1 Cfr. lett. 144, Poscritto. 5 Vedi lettera precedente, paragrafo 3°, e note relative. 6 È al n. 149. 7 Dunque il Giordani ebbe le Canzoni, sfuggite forse questa volta all’occhiuta vigilanza della Polizia, solo il 3 febbraio.