Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/67

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3«EPISTOLARIO huo Opuscolo ìh carattere Silvio, benché scimi acconti,!ia fatta questa nota. Per 300 Copie di Carta roal fina Scudi 03. Per Composizione» 02. Por Tiratura • — 70 Per Logoro, Inchiostro, mettitura insieme. ■ 01.50 07.20 Egli però, a differenza del Sig.r Contadini, crede che vorrebbero duo fogli e mezzo in circa. Ella dunque risolva ciò che più le aggrada, e mi dia i suoi ordini, perché possa eseguirli, lasciando il pensiero della Legatura, del pagamento o della distribuzione al Sig. Cav.r Antioi, o a chiunque altro vorrà affidarlo.’ 16. Ad Antonio Fortunato Stella. - Milano. Recanati fi Decembro 1810. Stimatissimo Signore. In risposta alla sua gratissima del 27 corso2 le ritorno i miei saluti per i! sig. Tosi, e la ringrazio di ciò che cortesemente mi dice intorno all’articolo sul Hallerio e al Discorso sopra la fama di Orazio. Il suo favorevole giudizio sarà certamente opera della sua gentilezza, non del mio merito; e lo stesso dico delle lodi ch’ella scrivo di aver ricevute delle mie traduzioni, le quali, a dirle achiettissimumente il mio vero e immutabile parere, che non nascondo a veruno, eccetto quella del primo canto dell’Odissea, che ritoccata potrà passare, sono tutte cattive e pessime; e intendo parlare anco dei due discorsi preliminari, che in fatto di lingua sono esecrabili. Quello sopra Orazio sarà più corretto, e cosi sempre ogni mia cosa appresso. Farò quel che potrò intorno agli articoli che ella bramerebbe per la sua Rivista letteraria. Quello sopra la traduzione del Bellini, che ella mi accenna, sarebbe appunto della mia sfera, e sappia che io ho sempre riguardata quella traduzione come opportunissima a farmi prender la penna, e che ho anche in pronto i materiali di un lungo articolo sopra il progetto del Bellini mandato da me il maggio p. p. alla Biblioteca italiana, ma non pubblicato, per ragioni indicatemi dall’Acerbi in una sua lettera.3 Ma, come ella vede, per questa sorta di articoli sarebbe necessario un gran numero di commissioni, non potendo io avere quei libri, qualunque si fossero, che facendoli venire espressamente per me, colla sicurezza che, fatto 1 Risulta da questa lettera che il primo invio delle Triopce, come già del Porfirio e di altre cose di G. destinate alla stampa, fu fatto al servizievole abate romano. Mancata anche questa stampa, sempre a causa della spesa troppo forte per la borsa della contessa Adelaide, specie in questo terribile anno che fu detto t l’anno della fame», G. riposo nel cassetto il nitido ms. restituitogli, finché non pensò di cavarlo fuori pirt tardi por inviarlo all’Acerbi. 2 È al n. 14. 3 Cfr. lett. Il, p. 29 e nota 1.