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Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/71

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40 EPISTOLARIO delle piii colte persone, quali concordemente ravvisano in esse molti e rari pregi. To non pertanto godo di questa di Lei incontentabilità, quale non può ridondare che a rendere semprepiu perfette le di Lei opere, ohe in mio particolare ho in sommo pregio. Approfittando della di Lei buona disposizione per qualche lavoro sull’opera del Bollini, mi sono fatto un piacere di spedirle dal 1° al 6° quaderno, come rileverà dall’appiedi fattura N. 8. Gli straordinari lavori della mia stamperia non hanno fino a questo momento permesso di metter mano alla stampa del secondo Libro delVEneide, ma ciò succederà in breve, anzi fra qualche giorno. Rispetto al Catalogo delle stampe del 1400 che il degnissimo Sig.r Conte di Lei Padre mi ha trasmesso, non ho rinvenuto che potesse convenirmi altro che il Prisciani opera. Nel resto mi riporto a quanto espressi nella preced.’«mia del 6 scorso fl.mbre diretta al prelodato di Lei S.l’Padre circa a rilevare tutto il Corpo descritto nel Catalogo.1 Le due Scene di Seneca ch’Ella gentilmente mi promette le riceverò con sommo piacere, e saranno un nuovo vincolo alla mia riconoscenza 2 per le tante cortosie che si degna usarmi. Pregandola de’ miei convenevoli a tutta la rispettabile di Lei famiglia, ed offrendole la devota mia servitù, passo a rassegnarmele con ossequiosa considerazione devotiss.0 obb.° serv." A. F. S. 1». All’abate Francesco Cancellieri. - Roma.3 Recanatii 20 Decembro 1816. Mio pregiatissmo sig. Padrone cd Amico. Anche a me pareva impossibilissimo che la stampa del mio Libretto 4 potesse farsi per soli scudi 37,20, e solamente il non avere il sig. de Bcmanis parlato di fogli o d’altro nella sua nota, al contrario di quanto avea fatto Ella dandomi quella del Contedini, mi avea mosso a dubitarne. Io avea spedito costà il mio opuscolo sperando che la spesa per la stampa non avesse a montare a più di una dozzina circa di scudi. Ma quello che si chiede da cotesti stampatori, foima una semina di cui non conviene che io disponga, e però debbo consentire che il mio libretto rientri nell’oblio, e vi resti, se sarà necessario, in eterno.6 Prego però Lei a farlo avere al zio Antici, che troveià mezzo di rimettermelo. 1 In essa aveva scritto: «Dall’esame fattone [del Catalogo] trovo poclii articoli di mia convenienza, e non potrei pel [valore?] dei medesimi offtire al di là di Lire cento cinquanta, compensabili con altrettanti libri scelti dal mio Catalogo». È facile immaginare come il povero Conte dovesse accogliere tale proposta, nn po’ troppo mercantile. ~ Anche l’offerta del codice di Seneca, nell’intenzione del libraio, ora da accettarsi con la semplice «riconoscenza»? 3 Pubblicata primamente nell ’Appendice della 7“ ristampa dell’Epistolario, sotto il n. 817. 4 Delle Iscrizioni Triopee. Cfr. lett. 17. 6 Non vi restò «in eterno»: ma G. non potè vederlo uscito alla luce; il che avvenne solo nel 1849.