Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/85

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EPISTOLARIO gliaio di versi cattivi è supplicio intollerabile ad un vero letterato. Se le piacerà di non rigettare la mia povera offerta, io potrò, ricordandomene, dir qualche volta per vanto che il dono di un mio libro fu accettato da lei. Che se mi è lecito chiederle altro favore, la supplico che non isdegni di tenermi sempre per innanzi di lei, stimatissimo Signore, umilissimo devotissimo Servitore. 28. Di Francesco Pooalirj Antici. 1 [s. d. né provenienzn; ma Recanati, 2» metà di febbraio 1817J Stim.o Sig.l’Conte. Ho letto veramente con piacere, S.r Conte, il suo vigliotto,2 e la ringrazio. Non conosco altrimenti l’Opuscolo, di cui Ella mi fa graziosamente menziono: gradirò poro moltissimo di vederlo, assicurandola che lo uvrò per cosa veramente grata. In quanto allo Schiassi non v’ha dubbio che, dopo il Morcclli, il primo sia fra gli Scrittori lapidari. Il suo stile Italiano è certo alquanto servile ed affettato: ma ha egli voluto secondarci il suo genio col metter piò studio nello scriver Latino. Intorno poi al D.r Teduldi-Fores solo lo dirò oh’ò uno de’ miei amici: ma ciò non esclude eli’ Ella possa pur francamente dire la sua opinione, che io stimo e valuto moltissimo. Ho |)er massima che la verità sia il primo tributo, cho render si debba all’amicizia. Ciò jx>sto. Lo sarò gratissimo se mi favorirà del suo sincero e leale giudizio por mio piacere, e per mia istruzione. Non ho mai uvuta notizia alcuna del S. Bellini, di cui Ella mi fa parola, né tampoco della sua traduzione di Callimaco. Kcco quanto mi occorre significarlo in risposta del grato suo foglio. In questo incontro debbo chiederle scusa so mi sono permesso di trasmettere all’amico Tedaldi copia della Traduzione del II Lib. dv.W’Ent’ide di Virgilio, ch’Ella ha di recento 3 data alla luce con tanto onore. Se mi credo buono in qualche cosa, non mi ricusi, S.r Conte, il piacere di servirla. Ella intanto mi creda co’ sentimenti di vera stima Suo Dov.mo Servo. 20. Del canonico Giuseppe Antonio Vogel.4 Loreto Marzo 1817. Sig.r Conte Padrone stimatissimo. Rimando il n.° 08 dello Spettatore, e il 12 della Biblioteca Italiana collo altre cose che Ella mi ha fa1 Dall’autografo, nella Nazionale di Napoli. — È dell’arciprete F. Podalirj, amico e largo parente dei Leopardi, uomo di qualche cultura. 2 Questo viglietto manca. Ma dal contesto della presente lotterà si ricava che G. s’era rivolto al Podalirj per chiedergli notizie e giudizi sugli autori o sulle opere a cui si accenna, riservandosi di esprimere anche il suo parere. 3 Poiché la traduzione del II delVEneide fu pubblicata a mozzo febbraio, non si errerà di molto assegnando la data di queste lettera alla seconda metà di quel mese.

  • Dall’autografo, nella Bibl. Nazionale di Napoli. — Giuseppi: Antonio

Voaici, (1756-1817), dopo essere stato parroco in un piccolo villaggio dell’Al