Pagina:Leopardi - Opere I, Le Monnier, Firenze 1845.djvu/21

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XIV INTORNO AGLI SCRITTI, ALLA VITA EO AI COSTUMI mondo intellettuale estrinseco, poi dal mondo intellettuale intrinseco e poi dal mondo materiale; e cantò onnipotentemente prima la caduta d’Italia e dell’ antica civiltà, poi quella delle illusioni pubbliche e delle individuali, e poi finalmente il fato, la necessità e la morte. Alla prima specie appartengono più particolarmente i primi sei canti di questa edizione, alla seconda i successivi venti, alla terza gli altri; e tutti appartengono al luttuoso genere di tutte. 11 mezzodì ricercato, nella profondità de’suoi sonni, dall’ineffabile dolcezza del nuovo lamento, lodò a cielo l’armonia che glieli accompagnava, e si sdegnò dell’alto dolore che glieli rompeva. Ma il settentrione, svegliato e destro a seguitare il secolo in tutte le sue vie, senti più la grandezza dell’uno che la squisitezza dell’altra; ed un gran poeta tedesco pronunziò che quella gran poesia italiana ch’era nata sulle labbra di Dante, era morta alla fine sopra quelle del Leopardi. Poscia che il Leopardi ebbe applicata la sua fantasia all’tfnivcrso, e ritrattone tutte le forme del gran mistero del dolore, si spinse finalmente ad applicarvi il secondo elemento del suo ingegno, l’intelletto, ed a penetrare la sostanza di quelle forme: e si rivelò gran filosofo. Ma il trovare quel che è, era ben altro che il dipingere quel che pare ! La causa di quel mistero oltrepassa i confini fatali dell’intelletto umano. Più l’intelletto del Leopardi si travagliava d’indovinarla, più quella sembrava allontanarsegli ed alla fine dileguare. Allora quel gran pensiero che si era creduto onnipotente, prima s’adirò ferocemente col limite, ch’egli chiamò fato; poi