Pagina:Leopardi - Opere I, Le Monnier, Firenze 1845.djvu/25

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XVIII INTORNO AGLI SCRITTI, ALLA VITA ED AI COSTUMI pria essenza, ma ancora nelle varie forme onde si è venuto di mano in mano palesando, è tempo ormai di considerar 1’ uomo tutto insieme nelle sue attenenze, o accidentali o naturali, sia cogli altri uomini sia con se medesimo; e, in somma, ne’suoi successi e ne’suoi costumi. Nato sulla cima d’un monte (dove l’antico Piceno si piacque di porre le sue città), d’una famiglia gentile, costumata e religiosa, la tenerezza paterna e fraterna, il cielo, le stelle, la luna nascente dall’ acque e il sole cadente dietro le lontane vette dell’Apennino, furono i suoi primi sentimenti e le sue prime gioie. Egli si preparò alla vita come a un giorno festivo; e le sue prime parole furono una benedizione degli uomini e della natura che parevano così carezzevolmente accompagnarlo. Ma poi che la provetta età e la smisurata altezza del suo ingegno gli ebber renduta più necessaria la grandezza dei concittadini che la bontà dei consanguinei, ed il male inemendabile che poscia l’estinse, gli ebbe penetrato talmente l’ossa e Iy midolle che le nevi della montagna non gli furono più .^portabili, nell’acerbezza de’ suoi dolori, egli si chiamò tradito da quegli uomini e da quella natura stessa che aveva già benedetta , dispregiò gli uni e maledisse 1* altra, e, benché insinoalle lacrime dolentissimo de’ suoi cari congiunti, il più costante desiderio della sua vita fu d’andarne a vivere altrove. Spinto da così fieri stimoli, nel novembre del 22 venne a Roma, dove contemplò avidamente nelle eterne cose quella più che umana antichità ch’egli aveva tanto contemplata negli eterni volumi. Poscia s’involse non