Pagina:Leopardi - Opere I, Le Monnier, Firenze 1845.djvu/33

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XVVI INTORNO AGLI SCRITTI, ALLA VITA KI) AI COSTO»! già sventuratamente innestatigli dal celebre poeta tedesco, Platen, che i medesimi terrori avevano ucciso (assai prima clic il morbo vi giungesse) in Siracusa. Tulli i consigli dei più gravi ed esperimentati medici della città, fra i quali l’aureo Mannella e il Postiglione, tutti i più vigorosi ed estremi partiti della scienza, furono indarno. E il mercoledì lì di giugno, alle ore cinque dopo il mezzodì, mentre una carrozza l’attendeva, per ricondurlo ( ultima e disperata prova ) al suo casino, ed egli divisava future gite e future veglie campestri, le acque, che già da gran tempo tenevano le vie del cuore, abbondarono micidialmente nel sacco che lo ravvolge, ed oppressa la vita alla sua prima origine, quel grande uomo rendette sorridendo il nobilissimo spirito fra le braccia di un suo amico che lo amo e lo pianse senza fine. Così contemplò l’universo, così visse e così morì Giacomo Leopardi, uno dei più grandi scrittori e (se avesse sortito il nascere altrove ) uno dei più grandi uomini che sieno surti in questi ultimi tempi, non solo in Italia, ma in Europa. Grande per maraviglioso e quasi sovrumano ingegno, grande per islerminati e quasi incredibili studi e per prose e poesie altissime ed inimitabili, fu grandissimo e facilmente unico per la modestia e l’innocenza de’suoi costumi. Quest’uomo, degno per tutte le parti di un secolo migliore, si portò intatto nel sepolcro il bore della sua verginità ; e, per questo medesimo, amò due volle (benché senza speranza 'i come mai nessun uomo aveva amato sulla terra. Giusto, umano, liberale, magnanimo e lealissimo, s’immaginò da principio che gli uomini fossero in tulio