Pagina:Leopardi - Operette morali, Gentile, 1918.djvu/133

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LA SCOMMESSA DI PROMETEO L’anno ottocento trentatremila dugento settantacinque del regno di Giove, il collegio delle Muse diede fuora in istampa, e fece appiccare nei luoghi pubblici della città e dei borghi d’ Ipernéfelo, diverse cedole, nelle quali invitava 5 tutti gli Dei maggiori e minori, e gli altri abitanti della detta città, che recentemente o in antico avessero fatto qualche lodevole invenzione, a proporla, o effettualmente o in figura o per iscritto, ad alcuni giudici deputati da esso collegio. E scusandosi che per la sua nota povertà non si 10 poteva dimostrare cosi liberale come avrebbe voluto, prometteva in premio a quello il cui ritrovamento fosse giudicato più bello o più fruttuoso, una corona di lauro, con privilegio di poterla portare in capo il di e la notte, privatamente e pubblicamente, in città e fuori ; e poter essere 15 dipinto, scolpito, inciso, gittato, figurato in qualunque modo e materia, col segno di quella corona dintorno al capo. Concorsero a questo premio non pochi dei celesti per passatempo ; cosa non meno necessaria agli abitatori d’Iper- néfelo, che a quelli di altre città; senza alcun desiderio di 20 quella corona; la quale in se non valeva il pregio di una 5 A Ipernéfelo — 6 A minori — 7 A città 4 ne 5 de' — 12 la invenzione di cui — 14 pubblicamente e privatamente — 18 pochi celesti — 20 d'altre — non per desiderio che avessero di — 21 d* - 70 —