Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/151

Da Wikisource.

IL FARINI dico clie solo i lìlosofi possono conoscere perfetta* mente , il pregio, e sentire il diletto, dei libri filosofici. Intendo dire in quanto si è alla sostanza, non a qualsivoglia ornamento che possono avere, 0 di parole o di stile o d’altro. Dunque, come gli nona ni di natura, per modo di dire, impoetica , se bene intendono le parole e il senso, non ricevono i mot] e le immagini de* poemi ; cosi bene spesso quelli che non sono dimesticati al meditare e filoso are seco medesimi, o che non sono atti a pensare profondamente, per veri e per accurati che sieno i discorsi e le conclusioni de filosofo, e chiaro il modo che egli usa in espor 1 li uni e T altre, intendono le parole e. quel che egli vuol dire, ma non la verità de suoi detti. Perocché, non avendo la facoltà o l’abito di penetrar eòi pensieri nell’ intimo delle cose, nè di soiorre e dividere le proprie idee nslté loro menomo parti, nè di ra lunare e stringere insieme un buon numero di esso idee, nè di contemplar colla mente in un tratto molti particolari in modo da poterne trarre un generale, nè di se,*:iire indefessamente coll ' occhio dell’ intelletto un lungo ordine di verità connesse tra loro a mano a mano, nè di scoprir le sottili e recondite congiunture che lia ciascuna verità con cento altre; non possono facilmente, o in maniera alcuna^ imitare e reiterar colla mente propria le operazioni fatte, uè provat le impressioni provate, da quella del filosofo ; unico modo a vedere, comprendere, ed est\nar convenientemente tutte le cause che indussero esso ir