Pagina:Leopardi - Operette morali, Milano 1827.djvu/24

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BEL GENERE UMANO. l5 m tale che per niuuo accidente e niuno rimedio non la possano campare, nè mai vivendo, interrompere. Ed avendo la più parte dei loro mali questa natura, che in tanto sieno mai*! in quanto sono creduti essere da chi li sostiene, e più o manco gravi secondo che esso gli stima; si può giudicare di quanto grandissimo nocumento sia per essere agli uomini la presenza c; questo genio. Ai quali niuna cosa apparirà wagg/ormente vera che la falsità di tutti i ben,, mortali ; e niuna sol5da, se non la vanità di ogni cosa fuorché dei propri dolori. Per queste cagioni saranno eziandio privati della speranza ; colla quale dal principio insino al presente, più che con altro d letto o conforto alcuno, sostentarono la vita. E nulla sperando, uè vergendo alle imprèse e fatiche loro potere essere proposto alcun degno finej: verranno in tale negli jenza ed abbonimento da ogni opera industriosa, non che magnan ma, che la comune usanza dei vivi sarà poco dissomigliante a quella dei sepolti. Ma in questa disperazione e lentezza non potranno fuggire che il desiderio di una immensa felicità, congenito agli animi loro, non gli punga e cruci tanto più che in addietro, quanto sarà meno ingombrato e distratto dalla varietà delle cure e dall’impeto del/e azioni. E nel mede! mo tempo si troveranno essere destituiti della naturale virtù immaginativa, che sola potea per alcuna parte soddisfarli di questa 'felicità non possibile e non intesa, nè da me, nè da loro stessi che la sospirano. E tutte quelle somiglianze dello n- l6 STORI