Pagina:Leopardi - Puerili e abbozzi vari, Laterza, 1924.djvu/234

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228 II - VERSI FRAMMENTI E ABBOZZI 220 225 230 235 240 stimandomi deluso! e quante notti mi parve in sogno di veder si chiaro quel eh’ io sperava, che in destarmi appena creder potea che nulla io mi trovassi cagion di consolarmi ! ed una volta ti vidi che, prendendomi per mano e mirandomi in volto, mi dicevi: — Caro Giron; — poi misi un gran sospiro in isvegliarmi. Or chi saputo avesse questo ch’or tu mi narri! E ben mi duole, o cara, se provato hai quell’affanno che travagliato m’ha per cagion tua, perch’io so che l’ugual non si ritrova; anzi non veggio pur come tu sia bastata a sopportarlo. TELESILLA Oh me dolente! Sperimentato io l’ho più fera cosa ch’io non credeva, e penso che tu fossi per lagrimar, s’io ti narrassi appunto quel che ho provato. E ancor che non sovviemmi lieta quant’or mi trovo esser mai stata, il core ho tuttavia cosi scomposto e cruciato, ch’io mai non ho speranza di racquetarlo. GIRONE O Telesilla mia, s’i’avessi questa mane avuto a scérre intra ’l regno del mondo e l’amor tuo, questo avrei scelto immantinente, e parso mi saria cosa aver ch’io men de l’altra sperar potessi. Ed or ch’io l’ho, non veggio come, non che si spegna in me l’angoscia, ma cresca. O Telesilla, o gioia mia,