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più soldati. «I nostri possidenti, a detta vostra, tendono prodigiosamente a farsi negozianti, e amano molto i rischi. Me ne rallegro. In questo caso la vostra presenza al Monte deve averli, ancor più «prodigiosamente» spaventati; perché in fatti non hanno voluto rimanervi. E anche questo è un consiglio da, darvisi. I trafficanti, divisi in ricchi e non ricchi, in banchieri e filatori, in sovventori e in sovvenuti, difficilmente potranno mettersi a comporre di pieno accordo un equo regolamento; perché ogni classe vorrebbe tutto per sé. Molto meno poi terranno conto degli interessi del mero possidente e dei vincoli che impone l’economia generale del paese, l’ordine della circolazione e il limite della legalità; giacché delle buone idee d’economia quasi nessuno tra noi si cura e pochi ancora son persuasi che formino una propria scienza. Nell’atto adunque che si sta ventilando lo Statuto, gli utili consigli vi debbono convergere da più parti. Ed anche a voi, sig. Corbellini, può aprirsi occasione di suggerir qualche cosa di vostra competenza. Ma quando il regolamento bene o male siasi raffazzonato e la prova cominci, giova forse ricordarsi, sig.Corbellini, che i negozianti, a ragione o a torto, e a torto io credo, diffidano sempre di chi non sia negoziante. Hanno anch’essi una specie d’iniziazione, una specie di nobiltà esclusiva; e a costo di rimaner privi anche dell’opera vostra stimabilissima, non amano veder mescolato nelle loro giornaliere faccende chi non sia propriamente della loro tribù.
Voi, sig. G. A., mostrate almeno la maniera d’un uomo educato; ve ne sono riconoscente, perché la discussione quando passa certi limiti riesce odiosa e umiliante. Solo vorrei che aveste usata anche un po’ di buona fede. Perché affermare ch’io v’abbia proposto l’abbandono dello sconto e del deposito, quando vi ho detto al contrario che lo sconto è un’utilissima innovazione do introdursi, e in questo proposito mi sono espresso con non equivoco calore (v. § 24)? Perché difendendo contro la mia Memoria i Capitoli Fondamentali venir con tanta affettazione parlando della Stagionatura, della quale i Capitoli Fondamentali non parlano e la mia Memoria fa l’elogio più aper-