Pagina:Lettera pastorale in occasione della Quaresima per l'anno 1830 (Morozzo della Rocca).djvu/6

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Una tale dispensa, che è un’attenuazione del rigore, e della severità della vetusta disciplina della Chiesa, tutto che richiesta da moltiplici cause a Noi esposte dai pubblici Ministratori, se regnasse nel petto dei Fedeli di oggidì quel fervore, che animava coloro, che vivevano nei tempi per la Religione più illustri, e più felici, ed apparisse quel primitivo spirito di loro pietà, non dovrebbesi per certo col nome di grazia appellare e riconoscere, massimamente in paragone di quella prima diretta a purgar l’anima dalle colpe, a schiuderle le porte del cielo, ed a ricondurla e stabilirla sul buon sentiere della virtù; quando questa favorisce anzi che no la dilicatezza che si dovrebbe combattere, ed il contentamento della gola che si avrebbe a mortificare per praticare le leggi della quaresimale penitenza, che erano in vigore sino dalle lontane epoche, che toccano alle Apostoliche età.

Pure è questa la condizione de’ nostri miserandi tempi, che sulla generale si apprezzino assai più le cose che al corpo risguardano che quelle dell’anima, si abbia sollecitudine maggiore per ciò che rende più florida e ben pasciuta una carne, che quanto prima dovrà essere dai vermi, e dalla putredine consunta, di quello che se ne mostri per conseguire il ben essere dello spirito, onde assicurargli un’immortalità beata. Quindi è, che sebbene dalla stessa origine derivino le venerande determinazioni di Chiesa santa, e del suo Augusto Capo, all’una, ed all’altro dal Redentore del mondo comunicate, di favorire coi privilegj, o di vincolare colle leggi, con che comprendesi quella