Pagina:Lettera pastorale in occasione della Quaresima per l'anno 1830 (Morozzo della Rocca).djvu/7

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podestà sublimissima di sciogliere, e di legare, che è quanto a dire di comandare, o di dispensare, di condannare, o di assolvere, ciò non di meno qualvolta si tratta di applicare simile principio, quale differenza strana conviene notare presso coloro che lasciansi guidare solo dalle inclinazioni di una guasta natura, che li trascinano, e non dai lumi di una nobile ragione, che li rischiarano? Allora che il Pontefice Sommo, ed i Vescovi Pastori sulle orme da lui segnate, concedono, e proclamano grazie, favori, e dispense, quell’autorità si riconosce, e si esalta, nè appena trovasi chi le si faccia contradditore; ma se si combattano, e si riprovino le perverse dottrine, con cui o colle massime empie, o cogli scritti opposti agli ortodossi insegnamenti si cerca di scuotere il giogo della legge, e sottrarsi alla santità dei divini, ed ecclesiastici precetti, quella podestà sagrosanta allora è che si comincia a recare in dubbio, sia essa pur anco Primaria, ed il mal genio si asseconda di oppugnarla.

In quegli anni in cui o falliscono le ricolte, e di generi si scarseggia, o minaccia l’inclemenza dell’aria, e si soffre la rigidezza delle stagioni, o qualche altro infortunio è imminente, gridano tutti che alla paterna condiscendenza del Vicario di Cristo nello approssimarsi della Quaresima convien supplicare, e la sua autorità suprema è rispettata anche da coloro che quella Sede saldissima non sogliono vezzeggiare co’ loro discorsi. Che se alza Egli la sua voce, e profferisce i suoi oracoli per far rispettare la Religione, e per destare i Cristiani Fedeli all’osservanza delle

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