Pagina:Lettere (Andreini).djvu/257

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LETTERE

vi d’imaginatione, che d’effetto non vi satierete più certo. Non v’amerò, e così non m’haverete dominio sopra. Così saranno spezzate l’armi della vostra crudeltà, & assicurata la mia vita. S’havete animo di spiegar di nuovo le glorie, e gli atti heroici della vostra inhumanità trovate donna, che come me sia facile per sua sventura à rimaner presa dalla vostra ingannevol apparenza, e quello che più importa donna, che v’ami, come v’ho amato io; ilche è impossibile ad imaginare, non che a conseguire.


De i sospetti de gli amanti.


A

Ncorche per la crudeltà vostra io sia l’essempio dell’istessa miseria, non vi piaccia però di credere, ch’io desideri la morte, perche il desiderar la morte per sottrarsi alle miserie è segno d’animo vile, oltre che sapend’io che voi godete così del mio male come del vostro bene non sol non hò da desiderar la morte: ma debbo con ogni studio procurar di viver lungamente, affineche possiate più lungo tempo godere della mia infelicità. Non mi caderà dunque mai nell’animo di voler morire, o di darmi (com’han fatto molti incauti) di propria mano la morte, nò, nò, tolga il Cielo, ch’io mai offendessi le cose vostre con l’animo non che con l’effetto. Chi v’uccidesse un servitore non l’havreste per male? certo sì. Oh quanto più chi v’uccidesse, un’amante tanto fedele, e tant’osservatore


della