Pagina:Lettere d'una viaggiatrice - Serao, 1908.djvu/389

Da Wikisource.
382 lettere d’una viaggiatrice

Al vento che scende quasi roteando, ondeggiano sui prati le più belle, le più larghe margherite che io abbia mai viste e la campanula color lilla apre i suoi mille calici delicati. Ai greppi si arrampica la rosa, la piccola rosa delle Alpi, tutta pallida e tutta fredda, e la nigritilla suavis odora teneramente. Essa è la vainiglia delle Alpi, la nigritilla suavis, dal dolce nome, così gentile nel suo bruno colore. Se bene cercate, voi troverete, ora, fra le erbe, sulle rupi, ancora le picciole e saporose fragole di montagna; voi troverete, ora. nei prati di trifogli, se cercate avidamente, il fatale trifoglio a quattro foglie, quello che dovrà portare la fortuna a voi e a chi lo donate. Ah! grande, quieta, mite e pur profonda poesia di un ambiente, dove tutto è naturale e dove lo spirito, nel riposo e nella solitudine, riprende la sua libertà... Quando una settimana abbia trasformato il vostro essere, voi acquistate la sensibilità a tutte le poesie della montagna, voi sentite le tristezze della giornata di nebbia scendente dalle cime sui prati; e il gran rombo del vento notturno, che si precipita dalle Alpi