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136 CAPITOLO VI - § 40

due numeri non negativi tali che i valori assunti da nell'intervallo e quindi anche sono compresi tra ed . E anzi , ed è pure , essendo soltanto se . Per la stessa definizione di c è

.1

Ora è uguale al massimo dei due numeri , e corrispondenti ai due intervalli parzial in cui si può dividere l'intervallo . E non potendo essere per le precedenti disuguaglianze sarò . Dunque è compreso tra ed . Cosicchè , qualunque sia . Dunque . D'altra parte . Quindi . Unendo queste disuguaglianze si deduce che , così come si doveva dimostrare.

Dimostrazione del 4° teorema e osservazioni critiche.


Supponiamo che il teorema non sia vero; che cioè l'intervallo (a, b) non sia divisibile in un numero finito di tali intervalli . Se è un punto di (a, b) così vicino ad a che in () l'oscillazione di sia minore di ε, l'intervallo () è divisibile in un umero finito di intervalli , perchè esso stesso ed ogni sua parte è un intervallino . [Che un tale punto esiste è conseguenza del fatto che è continua per . Se è un punto qualsiasi di 8) tale che () sia divisbile nel modo voluto, altrettanto avverrà a fortiori di ogni intervallo (), se . E quindi, se è un punto di (a, b) tale che ) non sia divisibile in un numero finito di intervalli , allora neanche () sarà divisibile in tal modo se Dividiamo i punti di (a, b), in due classi: ponendo in una classe i punti tali che () sia divisibile nel modo voluto, e nell'altra classe i punti di tali che () non sia così divisibile. Sia c il punto di divisione di tali due classi (). Costruiamo se un intorno () del punto c, in cui le oscillazioni di non superi se fosse ci limiteremo ad un intorno (). Il punto sarà un punto β, e perciò l'intervallo () oppure () secondo che oppure vediamo che anche l'intervallo () se oppure l'intervallo (a, c) se è divisibile nel modo voluto. Il primo caso è assurdo perchè è un punto ; il secondo contrasta con l'ipotesi iniziale. Dunque il teorema è dimostrato (per assurdo).

Sia δ la minima lunghezza di uno di questi intervalli parziali . Se c è un punto qualsiasi di (a, b), quella parte del segmento () che è interna ad (a, b) sarà uguale o minore della somma dei tre intervallini consecutivi. In tale intorno di c dunque l'oscillazione sarà minore di 3 ε (il quale è un numero prefissato ed arbitrio). Che per ogni punto c di (a, b) esiste un tale numero δ è conseguenza della stessa definizione di continuità; ora abbiamo in più dimostrato che si può scegliere un numero δ, che convenga a tutti i punti c dell'intervallo (a, b). Si poteva aspettare che al variare di c in (a, b) si fosse costretti a far variare i δ in modo che avessero lo zero per limite inferiore, e che perciò nessun numero δ andasse bene contemporaneamente per tutti i punti c. Il fatto che si può scegliere uno stesso numero δ per tutti i punti c si chiama anche il teorema della continuità uniforme e si enuncia dicendo che una funzione continua in un intervallo finito, estremi inclusi, è uniformemente continua.

  1. Questa disuguaglianza vale anche quando , ossia quando . In tal caso