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Pagina:Libro di sentenze, a cura di Giuseppe Manuzzi, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1863.djvu/52

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delle tue parole, che n’avvengà o bene o male, io ti lodo che tu tacci.

Le dolci parole procacciono e notriscono gli amici.

Gli falsi amici portano lusinghe in luogo di consiglio.

Gli tuoi detti sieno più utili che cortesi.

Sia più fiero in giudicare che in parole.

Colui che lascia la fama, e crudele.

Gli fatti siano a te da antiponere alle parole.

Lo savio darà poche cose che non ne riceva molte.

Non tacer troppo, e non di’ soperchie parole.

Alcuna volta piccola cosa muove grande cose.

Chi si pensa acquistare là dove la coscienzia si perde?


statio poeta di tolosa.

Niuna cura è così grave all’uomo, come la lunga speranza.

Coloro sono pessimi e maliziosi nemici, che sono nella fronte allegri, e nel cuor tristi.

Con coloro usa che ti faccian migliore, e coloro ricevi, cui tu puoi fare migliore.

Malagevole è a trovare la virtù, perché disidera guida e maestro; ma gli vizii sanza maestro s’apprendono.

L’uomo sanza lettera è morte e sepoltura d’uomo vivo.

Virtù è d’astenersi dalle cose che dilettano in mala parte.

La buona fama dà all’uomo una seconda vita, ché perch’egli muoia, non muore lo suo pregio.

Non essere biasimatore dell’altrui poco senno.

giesù sirach.

Orgoglio è cadevole dinanzi a Dio, e dinanzi agli uomini tutte nequità con esso.