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Pagina:Libro di sentenze, a cura di Giuseppe Manuzzi, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1863.djvu/67

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Chi vuole onestamente parlare, guardisi di dire cose disoneste co’ dimestici come cogli strani.

Iddio distrugge gli labbri maliziosi e le lingue vantatrice.1

Onestà è necessaria in tutte le parti della vita dell’uomo.

Cosa che non è ragionevole, non è bastevole.

Nel mondo non è sì dolce cosa, come d’avere uno vero amico.

Più sicura cosa è di tacere, che di pregare uno altro che taccia.

Meglio a morire col tuo amico, che vivere col tuo nimico.

Niuno secreto regna colà dove è ebrezza.

Colui che risponda anzi ch’abbia udito, appruovasi per folle.

Chi serve a’ suoi disiderii, è sottomesso a rea servitudine, perchè vitupera e distrugge lo suo corpo e l'anima.

Dobbiamci guardare che gli diletti non abbiano signoria sopra noi; che fanno gli uomini isviare dalle virtù.

Quello che tu sai, guarda sanza orgoglio: quello che tu non sai, comanda dolcemente che ti sia insegnato:

La funicella in tre doppi gravemente si rompe*

Continovamente è dannato ehi sempre teme.

La ventosa superbia toglie la celestiale pace.

Chi a’ giusti sovviene ne’ loro- bisogni, riceve là dove dona.

Molto maravigliarsi è vanità di mente.

Ciascune ragionevole2 spese non passano sanza merito.

  1. Cioè vantantrici, desinenza antica, in oggi dismessa del tutto. Di' il medesimo di grande, per grandi, della pag. 39, v. 11 e della pag. 43, v. 22.
  2. Cioè ragionevoli. Desinenza antica come sopra.