Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/57

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che la cagione del sotterramento fosse stata la stessa, cioè le alluvioni. La causa, insomma, della distruzione di Pompei fu istantanea, quella d'Ercolano lenta; la prima prodotta da un'alluvione, la seconda incerta.

In secondo luogo non è lava volcanica affatto quel che cuopre Ercolano, conforme molti credono ed altri hanno scritto. Le lave sono dure, dense, vetrose, e pesanti. Ma le materie degli strati, che cuoprono Ercolano sono teneri, friabili, terrose, e leggiere. Conseguentemente queste materie non sono lave; esse non sono state fluide e roventi; in somma non sono venute nello stato di fluidità ignea, ossia di lava volcanica sopra Ercolano. Chiunque, poi, ha veduto alcune volte le lave, rileverà subito, andando in Ercolano, la differenza che passa tra queste, e le diverse materie, dalle quali è coperta questa città.

Ecco, intanto, la natura delle diverse sostanze, componenti il masso, che cuopre Ercolano, giusta le osservazioni da me fatte a varie altezze del teatro, e negli scavamenti praticati al disopra, ed intorno al medesimo.

prima specie. Strato di limo siliceo-calcare, effervescente, depositato dalle acque, d'un colore griggio. Egli è polveroso, ed estremamente friabile tra le dita. Giace immediatamente sotto al suolo di Resina, ed è l'ultimo strato del masso, cioè, il superiore, che cuopre il teatro, ossia è lo strato fatto dall'ultima alluvione. Si può vedere in una piccola grotta, scavata a mano dritta nell'entrata d'Ercolano, come anche al cielo d'una piccola stanza