Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/58

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incavata nel masso al principio della galleria, corrispondente al disopra del pozzo. Si conosce evidentemente esser un deposito delle acque.

seconda specie. Strato di terra argillosa-calcare, effervescente, nella quale sono sparsi de' piccoli pezzi di lava, e di pietra calcare bianca, rotolati dall'acqua. Giace immediatamente al disotto del precedente, vedendosi nell'istessa grotta e nella piccola stanza suddette. Questo strato è stato fatto dalla penultima alluvione. Le due diverse epoche di queste due genesi, si leggono nella linea di divisione, tra questo strato ed il precedente. La spessezza di questo strato è più di 15 piedi, poiché scende giù, osservandosi nella galleria, e nella gran scala, che conduce al pozzo. Similmente questa seconda specie si osserva anche al giorno, cioè nel pendio della strada detta Mare, che conduce alla marina. I pezzi di lava e di pietra calcare sono avventicci, e dimostrano un'inondazione. Ecco, perciò, provato, che la parte superiore della copertura d'Ercolano è l'effetto delle acque; ma scendiamo ancora più giù.

terza specie. Tufo argilloso volcanico, non effervescente, disseminato da poca pomice polverosa. Il suo colore è d'un giallo di paglia, più o meno carico, che si accosta al griggio giallastro. La frattura è terrosa. I frammenti sono indeterminati. Non fa effervescenza coll'acido nitrico. Ho ritrovato ne' labirinti d'Ercolano alcune varietà di questa specie, varietà che consistono nel colore, nella durezza, e nell'abbondanza più, o meno grande della pomice, in modo che potrebbe questa specie essere il prodotto