Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/67

Da Wikisource.

di tufo appartengono a due genesi diverse. Si deve, cioè, pensare, che la superficie del circondario del Vesuvio spazzata, in diverse epoche, dalle acque, si sia ritrovata coperta ora da materie argillose, ed ora calcari, donde presero origine le due specie di tufo, che ora cuoprono Ercolano, e che concorrono alla formazione del masso, in cui la città giace seppellita.

ottava specie. Strato di limo argilloso-siliceo, non effervescente, che si riduce in sottilissima polvere tra le dita. Si conosce al primo colpo d'occhio ch'è un sedimento delle acque. Giace nel proscenio.

nona specie. Marna calcare effervescentissima, nella quale ho ritrovato de' pezzi di pietra calcare; laminare, che fa eziandio una forte effervescenza coll'acido nitrico. All'aspetto si conosce essere stata precipitata dalle acque. L'indole diversa di questa sostanza dalla precedente, indica una formazione differente, ed ecco due altre formazioni da due alluvioni. Giace questa specie nel piano del proscenio in forma d'una vena quasi orizzontale. Nel di 26 del passato ottobre ne scavai colle mani una gran quantità, in mezzo alla quale ritrovai alcuni pezzi di mattoni, alcuni altri pezzi di pietra calcare laminare, disopra riferita, e delle lumache terrestri che conservo. Queste sono ancora intatte e ripiene della stessa marna effervescente. Or nessuno dirà, che queste lumache uscirono, e furono lanciate per aria dal Vesuvio. Inoltre cavai da mezzo della detta marna alcuni pezzi di legno ridotto in carbone, che conservo, i quali bruciano e si convertono subito in carboni