Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/69

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avvezzo alle osservazioni geologiche, non permettono di dubitare della stratificazione, che cuopre la città, cagionata dalle acque. Sarebbe, certamente, pregio dell'opera esaminare, con alcuni perciamenti perpendicolari, palmo a palmo, l'intera altezza del masso, che cuopre il teatro, e le sue vicinanze, per definire così i limiti di ogni strato, e tutte le altre particolarità di questo sotterramento. Altronde non bisogna credere che l'estensione degli strati, fatti dalle alluvioni sia molto grande; essa è proporzionale alla quantità delle acque, le quali essendo più o meno abbondanti nelle varie inondazioni, dan origine a strati più, o meno estesi. Ecco perché i monti di alluvione surti dalle reiterate inondazioni son composti da strati non egualmente larghi, e perché questi si combacian tra loro ad una data distanza. Generalmente parlando i monti a strati propriamente detti, son essi eziandio formati da inondazioni, ma queste non son prodotte da piogge dirotte, come nelle alluvioni. Delle inondazioni più grandi, cagionate da altre cagioni, delle quali fo parola nella mia geologia, dan origine ai monti a strati, de' quali l'estenslone è assai grande, ed alla quale sarebbe un errore paragonar quella de monti di alluvione, formati dalle piogge.

Il fin qui detto convince sicuramente i geologi del sotterramento d'Ercolano, seguito mercè delle consecutive e reiterate inondazioni. Ma la più bella prova di questo sotterramento per via umida, prova che deve persuadere anche quelli, i quali non hanno tintura alcuna della geologia, è messa nella bellissima impressione, che si osserva nel tufo della