Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/70

Da Wikisource.

specie 7. Questa impressione rappresenta un volto umano, incavato nel masso, simile a quelle che s'imprimono nel gesso, allorché si vuol modellare un busto. Bisogna che in tempo dell'alluvione un cadavere, o una statua si fosse ritrovato steso a terra col volto riguardante il cielo. La materia molle e liquida d'uno strato di tufo calcare volcanico coprì il volto, e vi si modellò sopra, perché nell'impressione, ch'è oggi rovesciata, scolpita, cioè, nel cielo d'una grotta incavata nel tufo, ch'è durissimo, si distinguono perfettamente e mirabilmente il mento, le labbra, la bocca, il naso, le guancia, gli occhi, le ciglia, la fronte, e finanche i capelli, in modo che la vista dell'impressione suddetta produce una sorpresa. Or chi potrà negare lo stato molle, in cui dove ritrovarsi il tufo, allorché ricevè l'impressione del volto? Devo solo qui accennare, che questo stato di mollezza non fu comunicato al tufo dal fuoco, come taluni, non riflettendo agli effetti di questo elemento, applicato alle sostanze terrose, han voluto meco sostenere. Se ciò fosse stato, il masso in cui si ritrova l'impressione sarebbe di lava volcanica; ma il tufo non è lava, e non ha provato l'azione del fuoco. Altronde ho già osservato che il tufo si fonde al fuoco in una scoria grigia nera. Egli dunque non sarebbe tufo adesso, se fosse stato fuso dal fuoco. Oltre a ciò, se questo stato di mollezza fosse stato cagionato dal fuoco, il volto umano, o la statua, che formò l'impressione sarebbero spariti, e non esisterebbe ora l'impressione. Infatti se fosse stato il volto d'un cadavere, sarebbe stato bruciato; se un volto di marmo, ossia