Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/71

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una statua di questa pietra, si sarebbe calcinato, e se un volto di metallo, sarebbe stato fuso da quel fuoco, da cui si vogliono bruciati e ridotti in carboni i papiri e le legna, e fusi i vetri. Uopo è dunque dire, che lo stato molle del tufo d'Ercolano, in cui l'impressione suddetta è scolpita, fu opera dell'acqua.

Vediamo ora d'interpetrare qualche altro fatto, che si osserva in Ercolano, per provare ulteriormente il sotterramento di questa città dalla stessa cagione, ossia dalla via umida, giusta il mio proponimento.

L'argomento di un alluvione, che coprì Pompei con uno strato di lapillo, da me dedotto dalla cantina e dai vasi vinarj, che furono ritrovati pieni di terra in quella città disotterrata, conforme risulta dalla mia prima lettera, quest'argomento, io dissi, ha luogo eziandio e prende un più luminoso aspetto in Ercolano. I corridoi, infatti, ed i vomitorj del teatro sono interamente coperti da solidissime volte di fabbrica, che sono ancora intatte. Intanto tutti questi corridoi e vomitorj, come altresì tutti gli altri luoghi coperti da volte, si veggon oggi interamente ripieni dalle stesse materie, costituenti il masso, cioè dal tufo, dalla breccia volcanica, e dagli aggregati terrosi descritti. Quella parte de' corridoi e de' vomitorj, nella quale si camina oggi, è stata votata a forza di tagli fatti nel sasso, ch'è così duro, che per economia non si è ancora interamente effettuato il votamento de' medesi. Or io domando, come si può concepire il riempimento de' vomitorj, de' corridoi e degli altri luoghi, coperti da