Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/78

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de' poeti, i quali hanno confuso sempre la fisica colla favola. Or se Ercolano fu distrutto da una pioggia di ceneri lanciate nell'anno 79 dal Vesuvio, tutto il tratto di terreno da Resina alla Torre del Greco, in cui giacea la città, dovrebbe vedersi fatto da ceneri volcaniche, e non già da materie diverse strascinate e depositate in quel circondario dalle acque. La lava che in gran quantità, ed in grossi pezzi si ritrova incastonata nell'aggregato argilloso-calcare effervescente dello Scavamento, e nel tufo, tra questo luogo e la Torre del Greco, indica di aver percorso liquida un tratto di terreno fuora del volcano, prima che fosse stata unita alla terra suddetta. Sarebbe assurdo il supporre tanti milioni di pezzi lanciati in questo gran spazio dal Vesuvio. Da un'altra parte come avrebbero potuto penetrare nell'interno delle montagne, ed in tutte le altezze di esse, senza supporre tali montagne in uno stato di mollezza durante l'eruzione del Vesuvio, ciò che sarebbe assurdo? Similmente i pezzi calcari, incastonati nel masso terroso suddetto, non si possono dire esseri stati gittati fuora dal Vesuvio con i pezzi di lava, poiché quel gran grado di calore, che rese fuse e fluide le lave, avrebbe certamente calcinato la pietra calcare, e non s'incontrerebbe oggi compatta e solida, senza mostrare vestigio alcuno del fuoco sofferto. Bisogna dunque attribuire l'unione di queste sostanze, tanto diverse tra loro, alle acque le quali spazzando via terre, lave, e pietre formarono tutto il masso del circondario d'Ercolano, che ho definito un terreno d'alluvione. Vada il lettore da Resina alla Torre dell'Annunciata,