Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/79

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seguendo il littorale, e per poco che sia egli avvezzo alle osservazioni geologiche, dovrà confessare subito le alluvioni, che vi son accadute, e dalle quali è surto tutto quel terreno al di sopra del mare. Egli sarà, anzi, sorpreso dell'avermi veduto insistere tanto su quest'argomento, quando bastava averlo indicato.

Intanto non ostante quest'abbondanza d'argomenti a favore dell'acqua, i fautori del fuoco sono tuttavia ricalcitranti, e mi hanno oppresso con una ripetizione nojosa delle loro opposizioni. La novità della mia opinione, e l'essere i miei opponenti i più rispettabili soggetti di questa capitale, i quali da un altro lato si staccano con difficoltà somma dall'antica e generale credenza, mi obbligano di ponderare un poco le loro difficoltà.

ll primo argomento, e ch'è quello che potrebbe sembrare il più solido, è dedotto da tanti famosi papiri, ritrovati in Ercolano in forma di carboni. Ma oltre che i papiri niente provano a favore del fuoco, essi, all'opposto, costituiscono una prova in contrario, siccome ho più e più volte osservato ai miei opponenti, i quali incomincian sempre da capo.

Di fatti i papiri ridotti in carboni nulla provano, perché il legname il più duro, (ed i papiri sono membrane d'alberi) diventa carbone senza il soccorso del fuoco; allorché, cioè, resta lungamente seppellito sotterra, e massimamente quando viene penetrato da acque vitrioliche. Ciò è tanto vero, che boschi immensi sotterrati dalle alluvioni, restano interamente trasformati in carboni. Dirò, anzi, che l'errore