Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/81

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e non si sarebbero ritrovati ridotti in carboni. Ho già osservato aver ritrovato sepolto nella marna calcare della specie 9. una quantità di legname, interamente fatto carbone per lo stesso principio.

All'opposto i famosi papiri d'Ercolano formano un argomento contro del fuoco, e consolidano la mia opinione. Chiunque ha veduto svolgere i papiri in Napoli, ha osservato, che i medesimi conservano il loro tessuto, dal che, cioè, la membrana vegetabile non ha sofferto soluzione nel continuo. Le lacune di questi papiri, alle quali si è supplito, e si supplisce colle interpetrazioni, dimostrano, per l'appunto, la soluzione del continuo in alcune parti de' medesimi, per cui queste parti più non esistono. Or il fuoco avrebbe distrutto tutto; i papiri sarebbero stati convertiti in cenere; e nella supposizione di un incendio sofferto, non sarebbe possibile di svolgerli adesso, perché più non esisterebbero. Un illustre letterato mi ha opposto nella nostra Accademia, che i papiri si sono conservali intatti senza aver sofferto (malgrado l'incendio di essi ) la soluzione del continuo, perché l'inchiostro degli antichi, di cui noi ignoriamo la natura, per qualche qualità occulta, potea a tanto contribuire; ma ciò è un inintelligibile gergo, in confronto del mio ragionamento.

Similmente in sostegno del fuoco mi è stato opposto, essersi ritrovato in Ercolano del vetro fuso, e pezzi di ferro similmente fusi. L'opponente, anzi, fece apportare in una sessione della nostra Accademia alcuni ferramenti d'agricoltura, ed una toppa arrugginita, ricavati dalla rovine d'Ercolano, e che