Pagina:Lippi - Fu il fuoco, o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano, Napoli, Sangiacomo, 1816.djvu/86

Da Wikisource.

si vogliono distrutte e seppellite le due città, ma i medesimi non sono ancora decisi a mio favore. Costretti di confessare gli effetti delle acque in Pompei ed in Ercolano, essi nulladimeno non vogliono abbandonare l'idea del fuoco Vesuviano, celebrato tanto dalla storia di XVII secoli. Tanto, infatti, è difficile di sradicare gli errori inveterati! Tanto è arduo di toglier l'odore, con cui la prima volta è stato imbrattato un vaso!

Alcuni de' nostri letterati, dunque, sofisticano adesso e fanno sforzi di fantasia per combinare il fuoco coll'acqua, ossia per spiegare la distruzione ed il sotterramento delle due città per opera delle eruzioni del Vesuvio, e delle alluvioni.

Or chi non vede che questi signori sortono dall'argomento? Qual è quest'argomento? Il mio assunto; cioè di dimostrare la falsità della storia, riguardo a Pompei e ad Ercolano. Ma cosa dice la storia a questo proposito? Dice che la distruzione delle due città fu cagionata dalla pioggia di ceneri, lanciate in aria dal Vesuvio nell'eruzione del 79, ciò che in altri termini esprime la distruzione d'Ercolano e di Pompei per effetto del fuoco. La storia, dunque, non parla affatto né di alluvioni, né di acqua, ed io ho citati tanti passi di autori nel principio di questa lettera, giusto per fissare lo stato della quistione. Il voler ora parlare di fuoco e di acqua, ossia di eruzioni volcaniche, e di alluvioni, vale lo stesso, che voler mettere in bocca agli scrittori quel che questi mai si hanno sognato; giacché essi lo avrebbero sicuramente detto, se avessero cosi opinato, e non avrebbero abbandonata la loro opinione