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secondo cantare 61

35.
Ma che occorre che in ciò più mi distenda,
Mentre la cosa è tanto divulgata?
Però lasciami andare, ch’io ho faccenda,
Avendo sopra un’altra tavolata.
Dice Florian che a’ suoi negozi attenda,
Scusandosi d’averla scioperata:
E rimessa la briglia al suo giannetto,
Come un pardo saltovvi su di netto.
36.
Tocca di sproni e vanne, e giunge in piazza,
Dov’egli ha inteso che s’ha a far la giostra,
Che per veder il popol vi s’ammazza;
E appunto i cavalier facean la mostra.
Sedeva il re, presente la ragazza,
Che quanto adorna e bella si dimostra,
Tanto è confusa, avendo a aver consorte,
Non a suo mo’, ma qual vorrà la sorte.
37.
Floriano in contemplar faccia sì bella,
Dove quel crudo balestrier d’Amore
Tira frecciate come la rovella1,
Sentissi anch’esso traforare il cuore:
E com’uomo di marmo in su la sella
Restò perplesso e pieno di stupore;
Scorgendo Amor, le Grazie, e in un raccolto
Le Trombe2, e il non plus ultra di un bel volto.

  1. St. 37 Come la rovella. In frasi analoghe ora si sente dire: come un diavolo. Il tale corre come la rovella; corre come un diavolo. (Nota transclusa da pagina 125)
  2. carte da giuoco delle Minchiate è effigiata la Fama con due trombe; e il nome di quella carta, stimata la più bella e detta Le trombe, passò a significare cosa perfetta nel suo genere. (Nota transclusa da pagina 126)