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secondo cantare 71

65.
Amadigi, che andava per diporto
Due volte il giorno almeno a rivedere
La fonte e la mortella che nell’orto
Lasciò Florian per tante sue preghiere;
Trovato il cesto spelacchiato e smorto,
E l’acque basse, puzzolenti e nere,
Qui, dice, fratel mio, noi siam sul curro1
D’andare a far un ballo2 in campo azzurro.
66.
E piangendo diceva: o tato mio,
Se tu muori (che ver sarà pur troppo),
S’ha dire anche di me, te lo dich’io,
Itibus, come disse Prete Pioppo.
Così, senza dir pure al padre addio,
Monta sovra un cavallo, e di galoppo
Uscì d’Ugnano, molto bene armato:
E seco un cane alano avea, fatato.
67.
E cavalcando colla guida e scorta
Del suo fedele ed incantato alano,
Che innanzi gli facea per la più corta
La strada per lo monte e per lo piano;
A Campi giunse, dove sulla porta
La morte si leggea di Florïano:
Chè, perchè fu creduta da ognuno,
Era la corte e tutto Campi a bruno.

  1. St. 65 Curro. Rullo, Siamo sul punto. (Nota transclusa da pagina 132)
  2. Fare un ballo. ecc. Dar de’ calci al rovaio, essere impiccato. Il campo azzurro è l’aria. (Nota transclusa da pagina 132)