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terzo cantare 93

8.
In quel che costui fa questa stampita1,
E che ne’ gusti ognun pur si balocca,
L’armata finalmente è comparita
Già presso a tiro all’alta biccicocca.
Quivi si vede una progenie ardita
Che si confida nelle sante nocca2:
E se ne viene all’erta lemme lemme
Col Batti e ’l Tessi e tutto Biliemme. 3
9.
Tra questi guitti ancora sono assai
(Oltre a marchesi, principi e signori)
Uomin di conto4, e grossi bottegai,
Banchieri, setaiuoli e battilori;
V’è lanaiuoli, orefici e merciai,
Notai, legisti, medici e dottori:
In somma quivi son gente e brigate
D’ogni sorta, chiedete e domandate.
10.
Sul colle compartisce questa gente
Amostante con tutti gli ufiziali:
Tra’ quali un grasso v’è convalescente,
Ch’aveva preso il dì tre serviziali,
E appunto al corpo far allor si sente
L’operazione e dar dolor bestiali;
Talchè gridando senz’alcun conforto,
In terra si buttò come per morto.

  1. St. 8 Stampita. Romore, chiasso, bordello, quasi stimpanata. (Nota transclusa da pagina 161)
  2. Sante nocca. Solenni pugni. (Nota transclusa da pagina 161)
  3. Col Batti ecc. La plebe fiorentina dividevasi già in tante compagnie che chiamavano Potenze; e ciascuna aveva un capo e un’insegna. Quella del Batti era dei battilani, quella del Tessi e Biliemme era dei tessitori di lana. (Nota transclusa da pagina 161)
  4. St. 9 Uomin di conto. Più che persone ragguardevoli, qui si è voluto dire computisti (Nota transclusa da pagina 161)