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94 malmantile racquistato

11.
Il nome di costui, dice Turpino,
Fu Paride Garani; e il legno prese,
Perch’ei voleva darne un rivellino
A un suo nimico traditor francese,
Che per condurlo a seguitar Calvino
Lo tira pe’ capelli al suo paese,
E per fuggirne a’ passi la gabella,
Lo bolla, marchia, e tutto lo suggella1.
12.
Disse Amostante, visto il caso strano,
A Noferi di casa Scaccianoce:
Per ser Lion Magin da Ravignano,
Che il venga a medicar, corri veloce;
Io dico lui, perchè ce n’è una mano,
Che infilza le ricette a occhio e croce2,
O fa sopr’all’infermo una bottega3,
E poi il più delle volte lo ripiega4.
13.
Gloria cerca Lion più che moneta;
Perocch’ei bada al giuoco5 e fa progresso:
Per l’acqua in Pindo va come poeta;
Onde a’ malati dà le pappe a lesso.
Gli è quel che attende a predicar dïeta,
E farebbe a mangiar coll’interesso6;
Ma perchè già tu n’hai più d’uno indizio,
Va’ via, perchè l’indugio piglia vizio.

  1. St. 11. In tutta questa stanza si descrive assai piacevolmente un malato di sifilide. Il legno è il decotto di Legno Santo; il nemico francese a cui si vuol dare una buona quantità (rivellino) di busse con quel legno, s’intende bene chi è, e come faccia calvinisti i suoi prigionieri. (Nota transclusa da pagina 161)
  2. St. 12. A occhio e croce. Termine meccanico, e vale senza le dovute regole d’arte. (Nota transclusa da pagina 161)
  3. Fare una bottega. Allungare, qui, il male. (Nota transclusa da pagina 161)
  4. Ripiegare. Far morire, quasi assettargli i panni addosso per seppellirlo. (Nota transclusa da pagina 161)
  5. St. 13. Al giuoco. Alla professione. (Nota transclusa da pagina 161)
  6. L'interesso.L’usura mangia, consuma i capitali dì e notte. (Nota transclusa da pagina 161)