Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/139

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terzo cantare 95

14.
Noferi vanne, e sente dir ch’egli era
Con un compagno entrato in un fattoio1,
Ov’egli ha per lanterna, essendo sera,
L’orinal fitto sopra a un schizzatoio2,
E di fogli distesa una gran fiera,
Ha bello e ritto quivi il suo scrittoio;
Sicchè presto lo trova, e in sull’entrata
Dell’unto studio gli fa l’ambasciata.
15.
Ei, che alla cura esser chiamato intende,
Risponde, avere allora altro che fare;
Perchè una sua commedia ivi distende,
Intitolata Il Console di Mare3:
E che se l’opra sua colà s’attende,
Un buon suggetto è quivi suo scolare,
Di già sperimentato; ed in sua fece
Avría mandato lui: e così fece.
16.
Era quest’uomo un certo medicastro,
Che al dottorato4 suo fe piover fieno:
E perch’ei vi patì spesa e disastro,
È stato sempre grosso con Galeno.
E giunto là: vo’ far, disse, un impiastro;
Onde, se il mal venisse da veleno,
Presto vedremo: intanto egli si spogli,
E siami dato calamaio e fogli.

  1. St. 14 Fattoio. Frantoio, mulino da olio. (Nota transclusa da pagina 162)
  2. Schizzatoio. Canna da clisteri. (Nota transclusa da pagina 162)
  3. St. 15. Il Console ecc. Il vero titolo di questa commedia del Maniglia (Lion Magin) è La Serva nobile. (Nota transclusa da pagina 162)
  4. St. 16. Al dottorato. Nell’addottorarsi. (Nota transclusa da pagina 162)