71. E la cagion si è, ch’ella ne vada
Adesso a casa tutta in caccia e in furia,
L’aver veduto dentro alla guastada1
Un segno, che le ha data cattiv’uria2;
Perchè vi scorse una sanguigna spada,
Che alla sua patria minacciava ingiuria;
Perciò, se nulla fosse di quel regno3,
Ne viene anch’essa a dare il suo disegno4. 72. Fuggì tutta la gente spaventata
All’apparir dell’orrido spettacolo;
La piazza fu in un attimo spazzata,
Pur un non vi rimase per miracolo.
Così correndo ognuno all’impazzata,
Si fa l’un l’altro alla carriera ostacolo;
Chi dà un urton, quell’altro dà un tracollo,
Chi batte il capo, e chi si rompe il collo. 73. Figuriamci vedere un sacco pieno
Di zucche o di popon sopra un giumento,
Che, rottasi la corda, in un baleno
Ruzzolan tutti fuor sul pavimento,
E nell’urtarsi batton sul terreno;
Chi si percuote, e chi s’infrange drento,
Chi si sbuccia in un sasso, e chi s’intride,
Ed un altro in due parti si divide.
↑St. 71 Guastada. ecc. Vaso di vetro pieno d’acque incantate, entro cui le streghe pretendono vedere e far vedere diavoli e mille altre cose belle. (Nota transclusa da pagina 169)
↑ò- Cattiv'uria. Cattivo augurio. (Nota transclusa da pagina 169)
↑Se nullaecc. Per tutto quel che potesse accadere. (Nota transclusa da pagina 170)
↑Disegno. Divisamento, consiglio. (Nota transclusa da pagina 170)