Pagina:Lippi - Malmantile racquistato.pdf/175

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quarto cantare 131

11.
Si trova in basso stato, anzi meschino;
Ma benchè il furbo ne maneggi pochi,
Giuocherebbe in su’ pettini da lino,
Chè un’ora non può viver ch’ei non giuochi.
Ma s’ei vincesse un dì pur un quattrino,
In vero si potrebbon fare i fuochi;
Perchè, giuocando sempre giorno e notte,
Farebbe a perder colle tasche rotte.
12.
Giuocossi un suo fratel già la sua parte,
Suo padre fu del giuco anch’egli amico;
Però natura qui n’incaca1 l’arte,
Avendo ereditato il genio antico.
Costui teneva in man prima le carte,
Che legato gli fosse anche il bellico;
E pria che mamma, babbo, pappa e poppe,
Chiamò spade, baston, danari e coppe2.
13.
Ma perchè voi sappiate il personaggio
Che ciò3 racconta, è il Franco Vicerosa4,
Cavaliero, del qual non è il più saggio,
Scrittor sublime in verso quanto in prosa;
Dipinge, nè può farsi da vantaggio,
Generalmente in qualsivoglia cosa;
Vince nel canto i musici più rari,
E nel portare occhiali non ha pari.

  1. St. 12. Incaca. Disgrada, ha in tasca. (Nota transclusa da pagina 200)
  2. Spade, Baston ecc. Semi di carte da giuoco, corrispondenti a Fiori, Picche, Cuori, e Quadri. (Nota transclusa da pagina 200)
  3. St. 13. Ciò. Queste notizie intorno a Perlone. (Nota transclusa da pagina 200)
  4. Franco Vicerosa. Francesco Rovai ebbe veramente le virtù che qui gli si danno. (Nota transclusa da pagina 200)