8. E perch’ei non avea tutt’i suoi mesi1,
Fu il primo ad esclamare e far marina2,
Forte gridando: oimè! ch’io vado a Scesi3
Pel mal che viene in bocca alla gallina4.
Onde Eravano e don Andrea Fendesi,
Che abbruciavano insieme una fascina,
E per cibare i lor ventri di struzzoli5
Cercavan per le tasche de’ minuzzoli, 9. Mentre di gagnolar giammai non resta
Costui ch’è senza numero ne’ rulli6,
Anzi rinforza col gridare a testa7,
Lasciano il fuoco e i vani lor trastulli:
E per vedere il fin di questa festa,
Se ne van discorrendo grulli grulli
Del bisogno ch’essi han che ’l vitto giunga,
Perchè sentono omai sonar la lunga8. 10. Così domandan chi sia quei ch’esclama,
E mette grida ed urli sì bestiali.
Gli è detto: questo è un tale che si chiama
Perlone, dipintor de’ miei stivali;
Un uom, che al mondo acquistasi gran fama
Nel far de’ ceffautti9 pe’ boccali:
E con gl’industri e dotti suoi pennelli
Suo nome eterno fa negli sgabelli10.
↑St. 8. I suoi mesi. Le sue lune, i suoi venerdì: frasi usate per dire che uno ha poco giudizio. (Nota transclusa da pagina 199)
↑Far marina. Brontolare, strepitare. (Nota transclusa da pagina 199)
↑Scesi. Assisi (Scendere, (Nota transclusa da pagina 199)
↑Mal della gallina. Pipita (appipito, appetito). (Nota transclusa da pagina 199)
↑Struzzoli. È nota la voracità di questi animali. (Nota transclusa da pagina 200)
↑St. 9. Rulli. Nel giuoco dei rulli, ciascun rullo o rocchetto ha un numero, eccetto uno, che dicesi il Matto. (Nota transclusa da pagina 200)
↑A testa. Con quanto n’ha in gola. (Nota transclusa da pagina 200)
↑La lunga. È un certo suono prolungato di campana. Qui forse si vuol fare il bisticcio con l’altro modo: Far allungare il collo, che dicesi di chi ci fa aspettare per andare a pranzo all’ora stabilita. (Nota transclusa da pagina 200)
↑St. 10. Ceffautti. Brutti ceffi. (Nota transclusa da pagina 200)
↑Sgabelli. Di pittore dappoco sogliamo dire: Pittore da boccali, Pittore da sgabelli. (Nota transclusa da pagina 200)
